riferimento=

Daniele FortunaDaniele Fortuna

Imposta la direzione decrescente
per pagina
Mostra come Griglia Lista
Imposta la direzione decrescente
per pagina
Mostra come Griglia Lista

Daniele Fortuna - Biografia artista

Daniele Fortuna artista nato a Milano nel 1981, fin dalla prima adolescenza grazie alla passione per l’arte frequenta studi d’artista e gallerie d’arte tra le più importanti della città. 

Completati gli studi Daniele Fortuna incomincia a dar vita alle sue prime opere. La sua arte inizia a prender forma e nascono le prime opere in legno, quadri formati da tasselli di legno sagomati, colorati e poi assemblati come parti di un puzzle. In seguito passerà a composizioni tridimensionali, in un primo momento soggetti del mondo animale per poi approdare a icone della classicità greco-romana unite a colori e tratti della contemporaneità più Pop.

Le sculture di Daniele Fortuna sono realizzate in legno dipinto con pittura acrilica, unendo così l’aspetto plastico, materiale del legno con il colore, elemento chiave dell’estetica dell’artista. Nasce da qui il termine “colormination”, neologismo per indicare la contaminazione cromatica di busti classici che avviene nella sua arte. La parola deriva da “domination”, un termine forte, ma unito al colore che ne rinnova il significato.

Un ponte tra classicità e contemporaneità Pop

Le sculture di Fortuna hanno come punto di partenza soggetti classici, busti greco-romani che vengono ricreati in legno, con una tecnica che accosta più livelli sfalsati, ricordando quasi una riproduzione digitale.

Unire colori accesi e Pop a forme classiche crea un ponte tra passato e presente, riavvicinando alla loro forma originaria soggetti classici. In origine, infatti, le stesse statue della classicità erano colorate ma, per secoli, sono state erroneamente credute bianche a causa del deterioramento dei pigmenti originali. In qualche modo, Daniele Fortuna attua un ritorno al passato attraverso la contemporaneità.

“Se si guarda tutta la storia dell’arte, c’è sempre stato un rifare qualcosa di già esistente prima; e quindi, invece di cercare l’assoluta originalità, secondo me bisogna concentrarsi su quello che abbiamo (anche perché comunque il bagaglio culturale che abbiamo è fantastico ed è da omaggiare) e renderlo più contemporaneo aggiornandolo.”